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Banca d'Italia: innovazione come pilastro fondamentale per la crescita economica


Nelle Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia diversi richiami all’innovazione e al ruolo del sistema finanziario

La Banca d'Italia, nelle Considerazioni Finali del Governatore Fabio Panetta, ha posto l'accento sull'innovazione come elemento cruciale per rilanciare la produttività e sostenere la crescita economica. La relazione, che analizza la situazione economica nazionale e internazionale, sottolinea la necessità di investimenti mirati e politiche di supporto per favorire lo sviluppo tecnologico e l'innovazione nelle imprese, soprattutto italiane.

Uno dei punti salienti del discorso del Governatore riguarda il ruolo degli investimenti come canale principale per diffondere l'innovazione tecnologica, “da cui deriva gran parte dei guadagni di produttività." La Banca d'Italia riconosce l'importanza delle politiche pubbliche, degli incentivi fiscali e delle agevolazioni introdotte negli ultimi anni, che hanno già stimolato l'adozione di nuove tecnologie anche nelle piccole e medie imprese.

Il credito d'imposta per la ricerca in Italia, in vigore dal 2015, è visto come uno strumento essenziale, anche se la sua efficacia è stata limitata dalle frequenti modifiche ai criteri di accesso e all'entità delle agevolazioni. La Banca d'Italia suggerisce di innalzare e stabilizzare l'aliquota di questo credito al valore medio dei paesi OCSE, stimato intorno al 20%, per incentivare ulteriormente le imprese ad aumentare la spesa in “ricerca e sviluppo”. Ma evidentemente si può fare di più: “le nostre imprese devono inoltre intensificare l’impegno per trarre pieno beneficio dai programmi e dai finanziamenti dell’Unione europea volti a promuovere l’innovazione.”

Un altro aspetto cruciale è la promozione delle start-up innovative. Nonostante la legge italiana sulle start-up del 2012 abbia introdotto vantaggi significativi, la capacità di queste nuove imprese di crescere e affermarsi è ancora limitata. Per il Governatore della Banca d’Italia, "in Italia le nuove imprese nei settori a tecnologia avanzata sono poche e mostrano una capacità limitata di crescere e di affermarsi.” Qui il collegamento con il sistema finanziario e il suo ruolo a supporto dell’innovazione. Il venture capital è identificato come un motore fondamentale per selezionare e finanziare iniziative ad alto potenziale di crescita, ma in Italia questa attività è ancora sottodimensionata rispetto ad altri paesi europei.

Inoltre, non basta utilizzare tecnologie sviluppate altrove. Banca d’Italia evidenzia come l’Europa soffra di una limitata specializzazione. In un'epoca in cui la tecnologia è soggetta a misure protezionistiche, è essenziale che gli investimenti europei in questo campo tengano il passo con quelli di altri grandi paesi. È necessario privilegiare settori all’avanguardia come la robotica, le infrastrutture digitali di comunicazione, l’esplorazione spaziale, le biotecnologie e l’intelligenza artificiale. Questo richiede un ambiente regolamentare che favorisca le iniziative imprenditoriali innovative, considerando che in alcuni settori la concorrenza è di portata globale, piuttosto che europea o nazionale.

L’intelligenza artificiale, in particolare, porterà cambiamenti potenzialmente dirompenti nell’economia mondiale. Essa sosterrà la produttività e la crescita, anche se i costi e i benefici potrebbero distribuirsi in modo disomogeneo tra i settori e nella società, specialmente nel breve termine.

L'innovazione non riguarda solo la tecnologia ma anche il capitale umano. La relazione sottolinea la necessità di investire in formazione e sviluppo delle competenze, particolarmente in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale promette di trasformare radicalmente il mercato del lavoro. Secondo le stime, due lavoratori su tre saranno influenzati dai cambiamenti indotti dall'IA, con un aumento della produttività e delle opportunità per la maggior parte, ma con rischi significativi per una minoranza.

Infine, il richiamo alla costituzione di un mercato dei capitali europei: “sarebbe illusorio pensare di finanziare l’enorme volume di investimenti necessari per la competitività dell’economia europea senza un preponderante apporto del risparmio privato e senza la professionalità degli intermediari.”

 

La Redazione di FinancialInnovation.it