PMI, banche e FinTech al tempo del COVID-19
Marta Degl’Innocenti, Professore Associato – University of Southampton
L’accesso al credito bancario rappresenta notoriamente uno degli ostacoli principali per la crescita e la sopravvivenza delle PMI. Ciò è in parte dovuto al fatto che le PMI sono opache poiché di solito non esibiscono lo stesso dettaglio di informazioni finanziarie e di diversificazione del portafoglio investimenti, inoltre non dispongono delle medesime garanzie reali rispetto ad imprese di maggiori dimensioni. Pertanto, la relazione tra PMI e banche tende ad essere soggetta a problemi di asimmetrie informative che contribuiscono a frenare il processo di erogazione del credito (Beck et al., 2006; Berger et al., 2001; Calabrese et al., 2020).
Tuttavia, le PMI dipendono fortemente dal sistema bancario come principale fonte di finanziamento esterno.
La pandemia ha ulteriormente acuito le difficoltà di accesso al credito normalmente ostative per le PMI. A fronte di ciò, il governo ha annunciato diverse misure (ad esempio il Decreto Legge “Cura Italia” 17 marzo 2020 n. 18 ed il Decreto Legge “Liquidità” 8 aprile 2020 n. 23) tese a colmare la carenza di liquidità e facilitare l’accesso ai finanziamenti da parte delle PMI. Le PMI si sono infatti dimostrate particolarmente vulnerabili alla pandemia anche a causa di una minore resilienza legata alle loro dimensioni. Nelle attuali circostanze, in cui le tecnologie e i sistemi digitali stanno giocando un ruolo cruciale nel mantenere funzionale l’economia e la società, si pone la domanda su come i modelli di traditional lending possano adattarsi alla realtà di oggi.
Già a partire dagli ultimi anni le PMI, non solo le imprese high tech, hanno sempre più beneficiato delle opportunità create da FinTech e dall’economia digitale per usufruire di vari servizi digitali, inclusi investimenti e finanziamenti digitali, grazie anche all’avvento delle nuove tecnologie blockchain. In particolare, il crowdfunding e il peer-to-peer lending hanno svolto un ruolo significativo come finanziamento alternativo al canale tradizionale bancario (European Commission, 2020).
Le FinTech sono entità agili, flessibili e rapide nel rispondere all’incertezza, e dunque confacenti alla crescente domanda di lavoro in remoto durante periodi di blocchi e quarantena. La domanda di alcuni servizi FinTech (ad esempio transactional services and international payment) dipende tuttavia dalla congiuntura economica e perciò è anch’essa vulnerabile alla pandemia. Ciò nonostante FinTech si presenta sempre più come una valida alternativa al canale bancario tradizionale in termini di accesso e costi dei finanziamenti. Se da una parte l’avvento e il consolidamento di FinTech esercita una pressione competitiva sul sistema bancario tradizionale, ciò rappresenta anche un’opportunità di rinnovamento del business model delle banche nell’ottica di migliorare la qualità dei prodotti e servizi offerti, ma anche di ridurre i costi ed accrescere il profitto. Il settore bancario e finanziario si è reso infatti protagonista nell’ultimo decennio di ingenti investimenti in Information and Communication Tecnology (ICT) non solo per la dotazione tecnologica, ma anche per l’elaborazione di Big Data. Ad oggi, il comparto bancario e finanziario si conferma inoltre quello che investe maggiormente nell’uso di tecnologie blockchain1.
[1] Abstract dell’articolo “Sfide e opportunità per il sistema bancario e PMI dopo la pandemia COVID-19” pubblicato sul n.3/2020 della rivista AIFIn “Marketing e Finanza”.